I CORMORANI

 

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Visions du Réel / Regard Neuf

I CORMORANI

di Fabio Bobbio

Italia, 2016, 88 min.

Nell'estate dei loro dodici anni Matteo e Samuele passano le giornate tra il fiume, il bosco e il centro commerciale, ma rispetto agli anni precedenti qualcosa sta cambiando. Il gioco diventa noia, la fantasia cede il passo alla scoperta, l'avventura si trasforma in esperienza di vita: Samuele e Matteo sono due Cormorani, in continuo adattamento nel rapporto con il mondo che li circonda, con il loro corpo che sta cambiando e alla ricerca di un'autonomia e di uno spazio da far proprio, da colonizzare. Un'estate senza inizio e senza fine, il racconto di un'amicizia, di un'età e di un territorio costretti a mutare con il tempo che scorre inesorabile.


Regia
Fabio BOBBIO

Prodotto da
Fabio CAVENAGHI, Paolo CAVENAGHI, Mirko LOCATELLI, Giuditta TARANTELLI

Una produzione
STRANI FILM

In collaborazione con
OFFICINA FILM

con il sostegno di
Film Commission Torino Piemonte e Regione Piemonte (Piemonte Doc Film Fund)

con il suppordo di
Atelier di post-produzione Milano Film Network 2015

Organizzatore generale
Giuditta TARANTELLI

Direttore di produzione
Paolo CAVENAGHI

Produttore esecutivo
Mirko LOCATELLI

Sceneggiatura
Fabio BOBBIO

Fotografia
Stefano GIOVANNINI

Suono in presa diretta
Manuel PARADISO
Simone OLIVERO

Montaggio
Fabio BOBBIO

Musiche
Ramon MORO
Paolo SPACCAMONTI
 

Rassegna stampa

Nella sua opera di esordio, Fabio Bobbio esplora territori di confine, geografici e metaforici. Si muove sul crinale dell’incertezza e dell’inquietudine che accompagnano il passaggio dall’infanzia all’adolescenza con sguardo libero e inventivo, vero come un documentario, poetico come un romanzo di formazione. “I cormorani” offre una prospettiva di racconto insolita e sincera, audace e immersiva, lirica e commovente. Una nuova via, concreta e suggestiva, per il cinema d’autore italiano contemporaneo.
SNCCI Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani.
A distanza di decenni, Samuele e Matteo sembrano un po' i discendenti dei "miston", i protagonisti del cortometraggio realizzato nel 1957 da François Truffaut che in italiano fu intitolato L'età difficile. Anche loro, come quelli, spiano il mondo circostante; e intanto l'occhio del regista li osserva dietro una macchina da presa apparentemente neutra, "trasparente", che dà allo spettatore la sensazione di spiarli a sua volta. [...] I cormorani non è né fiction né documentario, ma un raro (e interessante) esempio di cinema-verità. ••••
Roberto Nepoti - La Repubblica

Quello di Bobbio è un esordio notevolissimo, studiato nel dettaglio ma anche intenso per il modo in cui si abbandona e si lascia trascinare da questi due adolescenti. Che sembra recuperare frammenti di esperienze di una memoria personale. Di letture o di film visti. Che sembra galleggiare nell’acqua e nell’aria, immergersi e riemergere, pieno di colpi di luce e magie come la scena in bicicletta sulle note di Ho lasciato il tuo amore della Cranchi band o gli sguardi con le ragazze sull’autoscontro, in una festa degli occhi e dei sensi che sembra arrivare direttamente dal cinema di Franco Piavoli.
Simone Emiliani - Sentieri Selvaggi

Un cinema senza i paracarri della scrittura e dell’artificio, che si dona così com’é, forte di un’innata intelligenza estetica. Un cinema prezioso, depurante, che richiede tempo e restituisce Tempo, che si consegna a una marginalità senza compromessi, pensandola non come una condanna ma una promessa di salvezza. ★★★1/2
Gianluca Arnone - Cinematografo.it

Cinema di concentrazione, dove nessuna distrazione si interpone ad una visibilità totale dei protagonisti, dei loro pensieri e delle loro azioni, quello di Fabio Bobbio centra i sentimenti, non quelli rosa del cinema commerciale, ma quelli insondabili e inesplorati. Lo sguardo è puntato su Samuele e Matteo, approssimati per raggiungere per via epidermica il centro sconosciuto delle loro emozioni, la sceneggiatura suggestiva anziché imperativa per lasciare piena espressione alla casuale coincidenza della vita, la recitazione azzerata per vivere la situazione. Il reale innerva il racconto ma non lo struttura.
Marzia Gandolfi - MyMovies.it

[…] un’opera prima sensibile e densa che trasforma i rischi della sua materia, l’adolescenza e i suoi riti, in una cartografia poetica. […] Complicità, orizzonti che devono ancora schiudersi: il combattimento terribile e faticoso di un istante in cui tutto può accadere che Bobbio restituisce fisicamente nel paesaggio e nella sensualità dei gesti, nella grana narrativa che appartiene interamente ai due ragazzini. Una dimensione reale e fantastica in cui la letteratura «adolescente» e i suoi fantasmi – una prostituta spiata dai cespugli, le ragazzine appena scorte sull’autoscontro, il maschile di strafottenza e insicurezza – diventano esperienza e racconto.
Cristina Piccino - Il manifesto